A seguito dell’intervento pubblico riguardante la questione degli usi civici dei consiglieri De Paolis e Lupi, ed a proposito della dichiarazione secondo cui «un’ingiustizia è riparata» Vittorio Petrelli, in una lettera, in cui sottolinea che, grazie al loro interessamento è stato possibile ottenere sconti considerevoli per il consolidamento delle proprietà ed anche l’opportunità di parcellizzare la proprietà e consentire a ogni singolo condominio di poter agire, anche senza l’avallo dell’intero condominio, la citata agevolazione si sta rivelando un tranello.
«A seguito della specifica convalida legislativa – spiega Petrelli – è stata emanata una delibera dell’Ente gestore (n. 92 del 25.10.2016) con la quale il condomino che intende affrancare il terreno, è obbligato a notificare agli altri condomini la qualità demaniale del terreno sottostante lo stabile e l’avvio del procedimento di affrancazione del terreno per la sua quota parte, dando facoltà all’Ente gestore di poter procedere, qualora il consolidamento non avvenga in solido per tutti i condomini a “rideterminare il valore di consolidamento del terreno relativo ad ogni sub con riferimenti ai millesimi di proprietà” ed ad attivare una procedura per la redazione di un «ruolo unico “Occupazione terreno demaniale in Tenuta delle Mortelle” il cui importo da iscrivere a ruolo sarà determinato dagli uffici sulla base del valore di consolidamento dell’intero lotto e calcolato sulla base della caratura millesimale di ciascun unità immobiliare al lordo degli abbattimenti di legge».
Perché si deve costringere il condomino che ha bisogno di affrancare, quasi sempre per necessità di vendita o questioni legate a successioni, a questa pratica di notifica verso gli altri condomini, a fare il delatore dell’Ente gestore ora che è stata “autorizzata” la parcellizzazione? Vi immaginate quale ulteriori conflitti accenderà questa pratica?
Poiché tale fenomeno interessa migliaia di piccoli proprietari, si può comprendere che, specie in questi tempi di crisi, numerosi utenti non siano in grado di sostenere le spese di affrancazione, specie quelle accessorie, notarili e peritali che rimangono inalterate e non indifferenti. Inoltre, quelle notarili, oltre ad essere preponderanti, non tutelano l’acquirente del tutto, perché in sede di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, trattandosi di acquisto, certamente non verranno riconosciuti gli abbattimenti al valore della proprietà.
Non si capisce perché l’esigenza di uno debba diventare obbligo per gli altri, ed imporre una tempistica che mette in serie difficoltà economiche chi invece non deve vendere (la stragrande maggioranza), quando l’Ente gestore ha impiegato 24 anni per dare esecuzione ad una sentenza che, preme ricordare, non è mai stata notificata ai cittadini, né durante la causa, né dopo la sua emanazione. Infine, non c’è alcun motivo per obbligare il proprietario ad un procedimento di consolidamento considerato che non vi è certezza dell’esistenza in essere dell’uso civico (tanto che alcuni cittadini hanno promosso un’azione al Tribunale competente) tant’è che lo stesso Ente Gestore pretende una liberatoria che lo sgrava da ogni rivalsa futura qualora si dovesse accertare in seguito la mancata esistenza dell’Uso Civico.
Non si comprende perché tutta questa fretta e l’obbligatorietà all’affrancazione quando nessun notaio ha riconosciuto la qualità demaniale di quei terreni quando sono stati acquistati (anche dopo la sentenza) le proprietà che insistono in quelle zone interessate dal fenomeno né sono stati volturati come tali ( e come stabiliva anche la Determina regionale AO7844 del 30 settembre 2013) : sarebbe eticamente corretto attendere l’esito di tali ricorsi.
Sono certo che sia Voi che il Consiglio regionale nonché lo stesso presidente Zingaretti non vogliate rimanere indifferenti a ciò che diabolicamente di fatto si è determinato, lo scrivente rimane a disposizione per tutti i chiarimenti si rendessero necessari.
I cittadini attendono riscontro» – conclude Petrelli.
IL DOCUMENTO – ATTO 92 DEL 25-10-2016 (CLICCA PER LEGGERE)