Vertenza HCS, MARI: “Cozzolino, che succede?”
Sulla sulla vertenza Hcs e le problematiche relative al passaggio in Civitavecchia Servizi Pubblici si registra l’intervento di Emanuela Mari.
La Vice coordinatrice azzurra incalza il Sindaco denunciando alcune anomalie che starebbero avvenendo nel passaggio tra HCS e Civitavecchia Servizi Pubblici.
Nel passaggio – esordisce Emanuela Mari – si starebbero verificando difformità di trattamento tra dipendenti ed in particolare tra gli operai e gli impiegati.
In molti casi, infatti, i dipendenti transiterebbero con lo stesso inquadramento, anche quando, in base alle declaratorie contrattuali, sarebbe stato possibile e, forse, opportuno, in un’ottica di risparmio sul costo del personale, ridurre i livelli; in altri, invece, si evidenzia un atteggiamento velatamente persecutorio, soprattutto contro gli impiegati di livello più elevato, caratterizzati da maggiore professionalità, diligenza ed attaccamento all’azienda.
In pratica l’esatto opposto della meritocrazia tanto sbandierata in campagna elettorale.
Inoltre – prosegue l’esponente di Forza Italia – il passaggio del personale, che dovrebbe avvenire mediante l’attuazione di quanto previsto dall’ex art. 2112 c.c., per effettuare le discriminazioni di cui sopra sta avvenendo interpretando in modo ambiguo l’accordo sindacale sottoscritto, come un trasferimento di dipendenti in deroga all’art. 2112 c.c., con licenza di incidere sugli inquadramenti soprattutto degli impiegati di livello medio-alto.
Peraltro, quanto sopra confligge anche con la cornice giuridica dell’operazione: la Csp ha presentato una offerta irrevocabile di acquisto dei rami di azienda, composti da tutti i dipendenti e tutti i beni aziendali (esclusi i servizi, la cui titolarità è in capo al Comune) e, quindi, tecnicamente, risulterebbe impossibile escludere dal transito uno o più dipendenti.
Addirittura – continua – a quanto sembra, per indurre alcuni dipendenti a ridursi il livello e rinunciare al superminimo o all’ indennità ad personam, l’amministrazione comunale e Csp non si sono fatti scrupolo a “minacciare”, per chi non dovesse accettare la proposta di riduzione di inquadramento e retribuzione, di essere lasciati nelle società di appartenenza, destinate presto alla chiusura e di conseguenza al licenziamento
Infine – conclude Emanuela Mari – è altresì discutibile il ruolo giocato dal Comune in questa vicenda, con un assessore ed il sindaco in prima linea nel convocare i dipendenti e nel condurre le trattative… completamente assenti gli attuali datori di lavoro (Hcs, Citta Pulita, Ippocrate, Argo).
Come direbbe un noto esponente politico ed ex magistrato, che c’azzecca? Queste operazioni non dovrebbero essere seguite dai dirigenti preposti e non dalla parte politica?