“Noli vinci a malo, sed vince in bono malum” (Rom 12, 21) ovvero “non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”. Che grande insegnamento! Ecco cosa dovremmo fare in circostanze dure e difficili quali quelle che stiamo vivendo da ormai quasi un anno. Vediamo di fare una riflessione sui nostri comportamenti, una sorta di bilancio di questo 2020 che sta per finire. A mio parere si stanno delineando dei profili comportamentali che diventano sempre più stabili col passare del tempo. Da una parte sembra che alcune persone si siano ormai abituate al “nuovo stile di vita”, indossano regolarmente la mascherina a volte anche quando semplicemente si affacciano al loro balcone di casa o guidano da sole in macchina. La mascherina, l’igienizzazione delle mani ogni volta che si tocca qualcosa e la distanza sociale sembrano, per alcuni, gesti automatici, comportamenti acquisiti. A questo si aggiunge una specie particolare di sguardo laddove non indossino anche occhiali scuri che sembrano anch’essi fare parte delle misure di precauzione. Uno sguardo di controllo degli altri rispetto alle misure stesse, se portano la mascherina regolare e indossata bene dalla gola fino agli occhi, se rispettano le distanze ecc. e, contemporaneamente, di compiacenza per la loro rettitudine e di ricerca di giudizio positivo per il loro essere nelle regole e nel giusto. Uno sguardo mai visto prima, quanto meno in questa quantità! Dall’altra parte ci sono, anche se pochi, taluni temerari che sfidano le regole e camminano con la mascherina abbassata sul mento, senza occhiali da sole e senza rispettare così rigidamente le distanze. Ma ultimamente sembra essersi manifestata una terza categoria di persone, forse la maggior parte, che pensa che tutto questo non serva poi così tanto a contenere il contagio e a proteggersi dal virus ma, poiché ci sono i DPCM che costano multe salate e mal sopportano quegli sguardi fatti di controllo e giudizio da parte dei “ligi alle regole” e degli “spaventati”, allora indossano la mascherina e rispettano le distanze. Sostanzialmente è come se stessero semplicemente a guardare che cosa succede. Come a dire: “so che non sono misure efficaci, ma vediamo dove vogliono arrivare, cosa c’è sotto, prima o poi il vero senso di tutto questo si paleserà”. Sono come degli “scettici” che però stanno alle regole. Non ci credono, non le hanno fatte loro, sostanzialmente non sono cambiati rispetto a prima, ma hanno deciso di stare al gioco per vedere cosa succederà. Infine c’è un piccolissimo gruppo di persone che erano esattamente così anche prima di tutto questo casino cioè asociali, schivi e evitanti a cui la pandemia non ha fatto altro che farli sentire finalmente e almeno per una volta nella vita “normali”.
continua…