Vitali (Lega): “tra idrogeno e rifiuti, il PD sull’energia ciurla nel manico”
Il 2025 è dietro l’angolo e l’abbandono del carbone non è mai stato così a portata di mano per Civitavecchia. È un’occasione che non dobbiamo perdere, anche e soprattutto per ridisegnare il futuro di un territorio rispetto ad una sua vocazione ormai quasi secolare, quella della produzione di energia elettrica. Ma dopo le recenti esternazioni del segretario PD di Civitavecchia Stefano Giannini è lecito chiedersi se siamo davvero tutti d’accordo nel voler chiudere definitivamente con il carbone o se ci sia invece qualcuno che, con la scusa di rincorrere fantasiose alternative, voglia farci restare agli attuali livelli di inquinamento, o forse introdurre combustibili ben peggiori dei “fossili”.
Se non crede a me, e quindi ritiene sincere le sue campagne “green”, Giannini non deve far altro che interrogare i suoi stessi referenti non per vuote dichiarazioni d’intenti su ipotesi d’idrogeno, ma sul nero su bianco scritto dal Governo che sostiene. È infatti secondo le carte del Ministero dell’Ambiente che una centrale a gas abbatterebbe significativamente gli impatti ambientali rispetto all’attuale centrale a carbone, ridurrebbe le emissioni di polveri, non produrrebbe rifiuti o ceneri, diminuirebbe di oltre il 60% le emissioni di CO2 rispetto all’attuale impianto e avrebbe un maggiore rendimento, utilizzando meno combustibile per produrre la stessa quantità di energia.
Parlando ancora più chiaro, il gas come strumento temporaneo per superare il carbone è proprio il piano energetico del Governo. Per questo chiedo a Giannini se quanto dichiarato rappresenti solo il suo pensiero o quello del suo partito, e in tal caso se il PD creda ancora nella strategia energetica del Governo di cui fa parte o se dobbiamo aspettarci sorprese e ripensamenti. Dell’energia non si può fare a meno. Il rischio è che, per aspettare l’alternativa migliore, si finisca col rimanere prigionieri del passato, con la centrale che, senza soluzioni alternative, resterà lì ancora per anni a bruciare carbone, o magari rifiuti che sarebbe (guarda un po’) il maggiore dei favori alla Regione Lazio.