Vlad III detto “Vlad l’Impalatore” o “Dracula” (2^ parte)
(segue dall’edizione precedente)
Le gesta di Dracula, proseguono poi con l’uccisione di due messaggeri del sultano dell’Impero Ottomano, Maometto II, inviati da questi per esigere l’imposta che annualmente la Valacchia, avrebbe secondo lo stesso califfo, dovuto corrispondergli.
I messaggeri, furono uccisi con il pretesto che non si sarebbero tolti il turbante innanzi al cospetto di Vlad, mancandogli in questo modo di rispetto. I copricapo furono inchiodati sulla testa dei due emissari, che poi vennero decapitati.
Mometto II, a seguito dell’affronto subito e non datosi assolutamente per vinto, comandò al governatore di Nicopoli, Hamza Pasha, di recarsi in Valacchia in qualità di ambasciatore. Tra i compiti di Pasha c’era sia quello di tentare la mediazione per la pace, ma anche quello alternativo di uccidere Vlad III. Ma, il piano del sultano, fallì andando completamente deserto: l’ambasciatore e i suoi mille cavalieri, vennero massacrati e torturati brutalmente, mentre il governatore, proprio in virtù del grado più elevato, quale esempio, venne impalato e posizionato alla vista di tutti, sul trave più alto.
Le azioni di Dracula, non si fermarono qui, ma continuarono con numerosi sconfinamenti nel territorio Ottomano, favorite anche dalla sua profonda conoscenza della lingua turca e delle consuetudini ed abitudini degli stessi Ottomani. Oltrepassando già nel 1462 il confine con il Danubio, mettendo a ferro e fuoco i territori dal Mar Nero alla Serbia, e dichiarando al suo alleato ungherese, Mattia Corvino, di aver ucciso ogni genere di essere umano, sia donne, che bambini, sia giovani, che anziani, nonché poveri, semplici contadini.
Vlad, continua, raccontando al suo alleato di aver ucciso, durante l’incursione, 23.884 turchi, senza considerare poi quelli bruciati vivi nelle loro dimore e quelli a cui fu tagliata la testa, da parte dei sui soldati.
Il sultano Maometto II, non ancora contento dell’ulteriore affronto subito, organizzò un imponente e massiccio contrattacco, mettendo in campo un esercito 110.000 soldati. In questo caso, la strategia di difesa di Dracula, si rivelò micidiale, quanto fatale, facendo trovare all’invasore, a mano a mano che questo avanzava, terra bruciata e quindi l’impossibilità di approvvigionarsi e di nutrirsi. Il nemico, ben presto indebolito, subì un primo attacco notturno, che comportò un pesantissimo bilancio di 15.000 vittime e dopo alcune ulteriori, insignificanti incursioni nel territorio della Valacchia, l’esercito Ottomano di ritirò con a capo Maometto II, scampato alla morte nel precedente raid di Vlad III.
In proposito a quanto sopra, le teorie degli storici sono contrastanti. C’è chi afferma che il Capo dei Turchi, tornò nel suo territorio festeggiando una sorta di vittoria, in effetti mai avuta, e chi afferma, molto più verosimilmente, che sarebbe invece fuggito, poiché impaurito e terrorizzato dalle atrocità commesse sui suoi uomini dal Principe Dracula.
(segue nella prossima edizione)